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MeditazioniStorie di fede

Imitando Cristo

Prima lettera ai Corinzi 11:1-3

[1] Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo. [2] Ora vi lodo perché vi ricordate di me in ogni cosa e conservate le mie istruzioni come ve le ho trasmesse. [3] Ma voglio che sappiate che il capo di ogni uomo è Cristo, il capo della donna è l’uomo, e il capo di Cristo è Dio.

Una parola poco tollerata oggi è sottomissione!

Essa ci parla di un atteggiamento di subordinazione che nessuno gradisce, dato che siamo nell’era in cui tutto, e dico tutto, sembra concesso.

L’unica cosa che pare non sia concessa è esprimere opinioni e dottrine in onore della verità, per non ledere quella “libertà” a cui ogni essere umano fa appello come a un diritto universale.

Non è del tutto sbagliato: umanamente, e sottolineo umanamente, ogni uomo ha il diritto di vivere come meglio preferisce, fino a che non entrano in gioco i principi morali e il rispetto verso Chi ci ha creati: Dio!

L’apostolo Paolo, scrivendo ai Galati per ordine dello Spirito Santo, poté affermare che, a motivo della libertà offertaci, non dobbiamo farne occasione per vivere secondo la carne.

Per questo, rivolgendosi alla comunità di Corinto, esorta a riconoscere un ordine divino: una successione di sottomissione in senso di osservanza dell’ordine stabilito da Dio.

In una serie di esempi — il capo dell’uomo è Cristo Gesù, il capo della donna è l’uomo, e il capo di Cristo è Dio — l’apostolo, con coraggio e chiarezza, invita i credenti di Corinto, e per grazia anche noi oggi, a vivere secondo principi morali che vanno oltre la razionalità e le voglie del proprio cuore, fino a trovare nella sottomissione a Dio il vero diletto della propria vita.

È chiaro che una serie di regole non risultano sufficienti e esaustive di fronte al “diritto” rivendicato da ogni uomo.

Ma secondo il principio morale ed etico imposto da una buona coscienza, ogni uomo può assumere un giusto atteggiamento per essere gradito a Dio ed essere beato.

Come recita il Salmo 1:

“Beato l’uomo che… il cui diletto è nella legge del Signore, e su quella legge medita giorno e notte.”

Questo uomo è paragonato a un albero rigoglioso, che abbeverandosi ai ruscelli dell’acqua della Parola di Dio, mantiene il suo fogliame sempre verde, senza temere l’arsura dei tempi difficili.

Tali uomini non trovano disagio nelle esortazioni di Paolo.

Se l’apostolo ha potuto ardire l’espressione “Siate miei imitatori”, e i credenti non si sono ribellati al suo parlare autorevole, è perché il timore di Dio, che Paolo riconosceva come il Sommo Pastore e Sovrano della propria vita, era visibilmente percepibile nella sua condotta.

L’umiltà degli uditori non ha portato a dissenso, né a denuncia contro chi li esortava, ma a una serena accettazione della giusta dottrina per la salute delle anime.

È scritto che:

“Una corda a tre capi difficilmente si rompe.” (Ecclesiaste 4:12)

In questi “tre capi” il credente identifica se stesso, il prossimo e Dio.

Non discute sul ruolo di ogni capo, né si sente emarginato o sopraffatto, ma — come la Scrittura insegna — riconosce che “due valgono più di uno”, e che insieme si può meglio resistere alle aggressioni della vita, trovando nella confidenza in Dio la massima forza e armonia per andare avanti.

Un cuore ben disposto accetta la disciplina, riconosce la benedizione del maggiore su di sé, e non ricalcitra contro il buon insegnamento che procede dal Padre, passa attraverso Cristo e per l’opera dello Spirito Santo giunge a noi.

Oggi la società civile registra un evidente decadimento dei valori etici e morali.

Parlare di osservanza a certi principi significa rischiare l’etichetta di uomini obsoleti e antiquati.

Si dimentica, però, che chi ha costruito il presente, ha attraversato il suo tempo basandosi su principi invisibili ma preziosi, che — più che antiquati — sono monili che il Buon Padre celeste offre ai Suoi figli.

Come afferma il libro dei Proverbi (capitolo 1), senza questo principio fondamentale difficilmente ci sarà un vero successo — e tanto meno un successo esuberante — nella vita di un uomo, e ancor più nella vita di un uomo di fede.

Il nostro desiderio, come credenti, è che anche noi, come Paolo, possiamo dire:

“Siate nostri imitatori, come anche noi lo siamo di Cristo.”

Dio ci benedica!

Smarazzo Francesco.

The Christian Broadcasting Network

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