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Perché le persone pensano che il Rapimento avverrà oggi? Ecco cosa dice davvero la Bibbia

Video virali affermano che Gesù tornerà questo mese. Non costruire la tua fede su cronologie di tendenza. Resta saldo nella verità che non cambia mai.

Come osservò l’autore di Ecclesiaste: “non c’è niente di nuovo sotto il sole” (Ecclesiaste 1:9). La storia ha un modo tutto suo di ripetersi—soprattutto quando si tratta di predizioni sulla fine del mondo.

Nel 1988, quando Edgar C. Whisenant, un ex ingegnere della NASA, pubblicò un opuscolo intitolato 88 ragioni per cui il Rapimento sarà nel 1988. L’opuscolo vendette milioni di copie, convinse innumerevoli credenti e spinse persino alcuni a riorganizzare la propria vita in vista della data stabilita. Eppure, quando settembre passò senza il ritorno di Cristo, l’entusiasmo lasciò il posto a delusione e disillusione. La lezione era inequivocabile: le predizioni umane non possono sostenere il peso di una speranza eterna.

Decenni dopo, lo stesso impulso è riemerso sui social media sotto l’etichetta virale di “RaptureTok”. Innumerevoli utenti di TikTok stanno condividendo visioni, offrendo consigli sugli “ultimi tempi” e persino dibattendo se gli animali domestici saranno rapiti—tutto innescato dall’affermazione di un pastore sudafricano secondo cui Gesù tornerà il 23–24 settembre 2025. Alcuni seguaci stanno lasciando i lavori, vendendo beni e avvertendo freneticamente gli altri di non essere “lasciati indietro”. Lo schema è antico: cercare certezze in date e previsioni invece di riposare nella promessa incrollabile di Cristo.

La speranza cristiana è ancorata in Cristo, non nelle predizioni

La nostra speranza (aspettativa fiduciosa) non si fonda sulle predizioni, ma su Cristo stesso e sulla Sua Parola. Mentre attendiamo con gioia il Suo ritorno e il regno eterno—nuovi cieli e nuova terra dove non ci sarà più malattia, dolore, morte o male (Apocalisse 21)—la nostra fede si fonda sulla Scrittura, non sulla speculazione. Sì, è emozionante attendere il ritorno del Signore e il regno eterno descritto in Apocalisse.

La Bibbia ci offre una guida per vivere fedelmente adesso, non per calcolare calendari. Queste decisioni incidono sulla nostra vita quotidiana—su come lavoriamo, spendiamo o investiamo—così che possiamo vivere fedelmente nell’attesa della Sua venuta.

Come seguaci di Cristo, siamo chiamati a rimanere saldi nell’accuratezza e nella sufficienza della Parola di Dio, che “insegna, convince, corregge ed educa alla giustizia” (2 Timoteo 3:16). Non possiamo permettere a nessuno di usurpare l’autorità di Dio rivendicando una parola profetica che vada oltre ciò che Egli ha rivelato.

Gesù ha avvertito che nessuno conosce il momento del Suo ritorno

Gesù parlò chiaramente del Suo ritorno: “Quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno li sa, neppure gli angeli dei cieli, né il Figlio, ma il Padre solo” (Matteo 24:36). Le parole di Gesù in Matteo 24 definiscono chiaramente la differenza tra il riconoscere i “segni dei tempi” e il conoscere “il giorno e l’ora”.

Gesù paragonò il Suo ritorno ai giorni di Noè, quando “la gente mangiava e beveva, si sposava e si dava in matrimonio, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca; e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e li portò via tutti. Così avverrà anche alla venuta del Figlio dell’uomo.” La Sua istruzione fu diretta: “Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà…perciò anche voi siate pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate” (Matteo 24:38-44).

Perfino dopo la Sua risurrezione, quando i discepoli chiesero se avrebbe restaurato il regno a Israele, Gesù rispose: “Non spetta a voi sapere i tempi o i momenti che il Padre ha riservato alla propria autorità” (Atti 1:7). Il messaggio è coerente in tutta la Scrittura: speculare sul tempo è inutile, ma prepararsi attraverso una vita fedele è essenziale. Il fatto importante è certo: Gesù tornerà e porterà i Suoi figli a casa.

Il ritorno di Cristo è garantito

Prima della Sua ascensione, Gesù diede ai Suoi seguaci una speranza sicura: “E quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi” (Giovanni 14:1-3). Questa promessa rimane la pietra angolare del cristianesimo.

L’apostolo Paolo descrive magnificamente questa beata speranza in 1 Tessalonicesi 4:16-17: “Perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo; e prima risusciteranno i morti in Cristo. Poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore.” Le parole “verremo rapiti” derivano dal latino rapturo e dal greco harpazō, che sono alla base del nostro termine rapimento.

Paolo mise anche in guardia la chiesa di Tessalonica—e noi oggi—dal lasciarci “turbare” da affermazioni secondo cui il giorno sarebbe già arrivato (2 Tessalonicesi 2:1-3). Il tempo di Dio può sembrare ritardato, non perché Egli dimentichi la Sua promessa, ma perché “Egli è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento” (2 Pietro 3:9). La nostra speranza si fonda sulla Sua promessa, non su calendari umani.

Il pericolo delle false predizioni

La Scrittura fornisce avvertimenti chiari riguardo ai falsi profeti e ai falsi maestri. Dio diede a Israele una prova cruciale in Deuteronomio 18:22: “Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non succede e non si avvera, quella sarà una parola che il Signore non ha detta.” Coloro che profetizzano falsamente affrontano il giudizio di Dio, come dichiarò attraverso Geremia: “I profeti profetizzano menzogne nel mio nome. Io non li ho mandati, non li ho costituiti, non ho parlato loro; essi vi annunciano visioni false, divinazioni vane, cose di nulla e illusioni del loro cuore.”

Pietro avvertì che “ci saranno tra voi falsi dottori” che “vi sfrutteranno con parole inventate” (2 Pietro 2:1-3). Il pericolo è reale e continuo—molti parlano dall’immaginazione piuttosto che da ciò che Dio ha già rivelato nella Scrittura. Riconoscere i falsi profeti richiede un impegno quotidiano con la Parola di Dio e discernimento.

Vigilanza, non speculazione

Gesù chiamò i Suoi seguaci alla vigilanza, non al calcolo. Il nostro compito non è inseguire date o decifrare sogni, ma vivere fedelmente crescendo nella fiducia e nella perseveranza. Reazioni dettate dal panico, come lasciare il lavoro o vendere i propri beni, rivelano un fraintendimento della prontezza biblica.

La vera preparazione al ritorno di Cristo non consiste in gesti drammatici o decisioni radicali basate su cronologie umane. Consiste invece nel lavoro costante di approfondire la fede, studiare la Parola di Dio e vivere ogni giorno nell’obbedienza ai Suoi comandamenti. Paolo lo comprese quando contrappose le reazioni dettate dal panico alla fiducia nelle promesse e nella sovranità di Dio—una vita radicata nella Scrittura (2 Corinzi 5:7). Mentre algoritmi e tendenze dei social media cambiano a ogni istante, la nostra fede rimane incrollabile solo quando è edificata sulla roccia solida della Parola di Dio, eterna e degna di fiducia.

4 modi per sviluppare discernimento biblico

Come possiamo rafforzare la nostra capacità di distinguere la verità dall’inganno? La Scrittura ci fornisce linee guida chiare:

  1. Mettere tutto alla prova con la ScritturaI
    Bereani “esaminavano ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così” (Atti 17:11). Ogni profezia, visione o insegnamento deve essere in accordo con la Parola rivelata di Dio. Quando qualcuno propone una rivelazione speciale che contraddice la Scrittura, va respinta.
  2. Osservare i frutti biblici
    Gesù avvertì: “Dai loro frutti li riconoscerete” (Matteo 7:20). L’insegnamento promuove umiltà, amore e obbedienza a Dio? Oppure genera paura, divisione e dipendenza dall’insegnante? La vera profezia indirizza le persone a Gesù, non a date o al profeta.
  3. Cercare consigli saggi
    I piani falliscono per mancanza di consiglio, ma con molti consiglieri si realizzano” (Proverbi 15:22). Connettiti con credenti maturi che conoscono bene la Scrittura. Evita di prendere decisioni basandoti esclusivamente su video virali o su “rivelazioni” individuali.
  4. Praticare il discernimento quotidiano
    Lo studio regolare della Bibbia, la preghiera e la comunione con altri credenti affinano i nostri sensi spirituali. Come i muscoli del corpo, il discernimento cresce e si rafforza con esercizio costante.

3 modi per vivere pronti al ritorno di Gesù

Come dobbiamo allora vivere mentre attendiamo il ritorno di Cristo? Pietro fornisce la risposta: “Poiché tutte queste cose saranno distrutte in questo modo, che tipo di persone dovreste essere? Dovreste vivere santi e pii, mentre attendete il giorno di Dio e ne accelerate la venuta” (2 Pietro 3:11-12).

  1. Vita fedele
    La santità non si ottiene con i nostri sforzi, ma è concessa attraverso il sangue espiatorio di Gesù Cristo, che ha pagato il prezzo per tutti i nostri peccati. L’impegno quotidiano con la Scrittura ci guida nella santità, aiutandoci a riconoscere i falsi profeti, confidare nelle promesse di Dio e prendere decisioni che Lo onorano (2 Timoteo 3:16). Questo significa leggere la Bibbia con costanza, pregare e obbedire ai comandamenti di Cristo—non cambiare drasticamente stile di vita basandosi su predizioni di date.
  2. Proclamazione del Vangelo
    Gesù ci ha comandato di “andare e fare discepoli di tutte le nazioni” (Matteo 28:19). Mentre attendiamo il Suo ritorno, abbiamo del lavoro da compiere. Ogni giorno di attesa diventa un’opportunità per condividere il Vangelo con chi ha bisogno di ascoltarlo. Piuttosto che vendere i beni in preda al panico, investiamo in anime eterne.
  3. Speranza salda
    La nostra speranza (aspettativa fiduciosa) non si fonda su calcoli o calendari, ma sul carattere e sulle promesse di Cristo. “Manteniamo saldamente la professione della nostra speranza, perché colui che ha promesso è fedele” (Ebrei 10:23). Questa fiducia ci sostiene nell’incertezza, nelle persecuzioni e nelle sfide quotidiane. Più che un semplice desiderio, è credere in Colui che ha vinto la morte e che un giorno farà nuove tutte le cose.

Mentre attendiamo con gioia il futuro glorioso descritto in Apocalisse 21—nuovi cieli e nuova terra dove non ci sarà più morte, lutto, pianto o dolore—la nostra speranza non si basa su predizioni umane, ma su Cristo stesso e sulla Sua Parola immutabile. Siamo chiamati a rimanere saldi e a vivere fedelmente nel presente.

4 passi successivi da compiere nella tua fede oggi

Le predizioni falliranno, ma la Parola di Dio rimane per sempre—per sempre! (Isaia 40:8, Salmo 119:89). Invece di lasciarci travolgere da ogni nuova profezia o tendenza virale, ancoriamo la nostra speranza nella certezza del carattere e delle promesse di Cristo.

  1. Questa settimana, impegnati a leggere almeno un capitolo del Nuovo Testamento al giorno. Inizia con 1 Tessalonicesi per comprendere ciò che Paolo insegnava sul ritorno di Cristo.
  2. Questo mese, trova un credente maturo o un gruppo di studio biblico dove poter crescere insieme nel discernimento. Proverbi 27:17 ci ricorda che “Il ferro affila il ferro.”
  3. Quest’anno, memorizza i passaggi chiave sul ritorno di Cristo (1 Tessalonicesi 4:16-17, 2 Pietro 3:8-9, Matteo 24:36). Lascia che la Parola di Dio diventi la tua fonte di verità e plasmi la tua comprensione, non gli algoritmi dei social media.
  4. Ogni giorno, chiediti: “Come posso servire il Signore oggi?” Che Egli torni domani o tra mille anni, l’obbedienza fedele non è mai sprecata.

Il fatto più importante non è quando Gesù tornerà, ma che Egli tornerà per portare a casa i Suoi figli. Fino ad allora, dobbiamo essere studenti della Scrittura, crescere nel discernimento e nella saggezza, vivendo ogni giorno nella prontezza per il Suo ritorno—qualunque sia il giorno glorioso in cui avverrà. Facciamo eco alla preghiera finale del Nuovo Testamento: “Amen. Vieni, Signore Gesù” (Apocalisse 22:20).

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