Cancellami dal libro che hai scritto – Mosè, e il peccato del popolo

Quando il popolo d’Israele costruisce il vitello d’oro, tradendo l’alleanza appena stipulata con Dio, Mosè sale di nuovo sul monte Sinai per intercedere. Ed è lì che pronuncia una frase profondissima:
«Ma ora, se vuoi perdonare il loro peccato, perdonalo; se no, cancellami, ti prego, dal tuo libro che hai scritto!» – Esodo 32:32 (NR06)
Mosè si offre in sacrificio per il popolo. Non dice “puniscili meno” o “dai loro un’altra possibilità”. Dice: “Cancella me, al loro posto”. E Dio risponde:
«Colui che ha peccato contro di me, è lui che cancellerò dal mio libro.» Esodo 32:33 (NR06)
Ma di quale libro si parla? Non è il libro del patto (quello menzionato in Esodo 24:7, che contiene le leggi dell’alleanza), perché Dio non cancella leggi: cancella persone. Quello a cui si fa riferimento è un libro diverso, più misterioso e profondo: molto probabilmente è proprio il libro della vita. Un registro celeste, simbolico, che contiene i nomi di coloro che appartengono a Dio, che sono scritti nei cieli.
Questo concetto torna poi chiaramente in Salmo 69:28:

«Siano cancellati dal libro della vita, e non siano iscritti con i giusti.»
E viene pienamente sviluppato nel Nuovo Testamento, soprattutto nell’Apocalisse. Il libro della vita diventa il registro di chi sarà salvato, di chi ha perseverato, di chi ha lavato le sue vesti nel sangue dell’Agnello. Ad esempio:
- “Non cancellerò il suo nome dal libro della vita” (Apocalisse 3:5)
- “Chi non fu trovato scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco” (Apocalisse 20:15)
- “Nulla d’impuro entrerà nella città santa, ma solo quelli che sono scritti nel libro della vita dell’Agnello”(Apocalisse 21:27)
Il libro della vita non è solo un simbolo teologico. È una chiamata alla responsabilità personale. Il mio nome è scritto lì? E se sì, come vivo per onorare quella grazia?

Mosè, nel chiedere di essere cancellato per salvare altri, anticipa qualcosa di ancora più grande: Gesù stesso, che non solo intercede, ma offre realmente la propria vita per i peccatori. Lui è l’Agnello, ed è il suo libro, il libro della vita dell’Agnello (Ap 13:8), che conterrà alla fine i nomi di tutti coloro che gli appartengono.
🙏 Che il nostro nome sia scritto nei cieli (Luca 10:20), non per merito, ma per grazia. E che il nostro cuore sia sempre sensibile come quello di Mosè: disposto a perdere tutto pur di salvare anche un solo fratello.
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